Non tutto ciò che fa risparmiare è un investimento. Scopri perché il fotovoltaico va considerato una spesa strategica, non un guadagno.
“Ho installato il fotovoltaico: è stato un ottimo investimento.”
“Con il fotovoltaico ho fatto un investimento per il futuro.”
“È un investimento sicuro: ho messo i pannelli sul tetto.”
“Mi hanno detto che il fotovoltaico è un investimento garantito.”
“Metti il fotovoltaico, è un investimento che si ripaga da solo!”
“Risparmi sulla bolletta? Allora è un investimento, no?”
“Così il sole ti paga la luce... e magari anche le vacanze.”
“Ho fatto un affare: pannelli solari e via, sono un investitore!”
“Adesso con il fotovoltaico ho rivalutato la casa. Vale almeno 15.000 euro in più!”
Le sento dire in continuazione, e ogni volta — lo ammetto — mi viene da sorridere.
Perché no, installare un impianto fotovoltaico non è un investimento.
È una spesa intelligente, sicuramente.
Una scelta sostenibile.
Un modo per ridurre i costi in bolletta nel medio-lungo periodo.
Ma non è un investimento.
E adesso ti spiego perché.
Un investimento, per definizione, è qualcosa che genera un ritorno economico positivo e diretto.
Compri un immobile, lo ristrutturi, lo rivendi o lo metti a reddito: incassi.
Metti soldi in un ETF, in un'azienda, in bitcoin: nel tempo puoi ottenere un guadagno, se fai scelte consapevoli.
Hai il rischio.
Hai la possibilità di rendimenti.
Hai un capitale che lavora per te.
Il fotovoltaico invece ti fa risparmiare.
Non ti fa guadagnare.
È come cambiare tutte le lampadine di casa con quelle a LED: ottima scelta, ma non la chiami “investimento”, giusto?
Ora vediamo i numeri, quelli veri.
Hai deciso di installare un impianto fotovoltaico da 6 kW con batteria da 10 kWh.
Prezzo chiavi in mano: 15.000 euro.
Produzione media annua: 8.000 kWh.
Se autoconsumi il 70% dell’energia (5.600 kWh) e il restante lo immetti in rete (2.400 kWh), puoi risparmiare e guadagnare così:
Risparmio sulla bolletta (0,30 €/kWh): 1.680 euro
Rimborso per lo scambio sul posto (0,10 €/kWh): 240 euro
→ Totale risparmiato/guadagnato in un anno: 1.920 euro
In pratica, ti stai riprendendo circa il 12,8% del costo ogni anno, senza contare eventuali aumenti del costo dell’energia.
Un rendimento discreto, certo, ma fermo. Limitato. Non scalabile.
E in quanto tempo ti ripaghi tutto?
Senza incentivi, servono circa 7,8 anni.
Con la detrazione del 50%, il costo reale si dimezza a € 7.500: il rientro avviene in meno di 4 anni.
E dopo?
L’energia diventa praticamente gratis (al netto di piccola manutenzione).
E puoi continuare a risparmiare quasi 2.000 euro l’anno.
Tutto molto bello…
ma non stai guadagnando.
Stai recuperando una spesa.
Stai ottimizzando i tuoi costi.
Non stai generando denaro.
Il tuo capitale non cresce: semplicemente non si consuma.
E se invece quei 15.000 euro li investissi davvero?
Mettili in un ETF globale con rendimento medio del 7% annuo.
Sai quanti soldi avresti dopo 10 anni?
29.508 euro.
A quel punto potresti comunque pagarti la luce, magari anche per i prossimi 10 anni...
e ti resterebbe il doppio in tasca.
Hai trasformato una spesa in un patrimonio.
Hai costruito qualcosa che cresce.
E che puoi liquidare.
Espandere.
Reinvestire.
Chi ragiona da vero investitore non si chiede:
“Quanto risparmio?”
Ma:
“Quanto guadagno, quanto rischio, e quanto tempo serve?”
Il fotovoltaico ha rischio basso, ma anche rendimento fisso e limitato.
Un ETF globale ha rendimento atteso più alto, maggiore liquidità e più opzioni in futuro.
Quindi, se vuoi ottimizzare una casa di proprietà, il fotovoltaico ha senso.
Ma se il tuo obiettivo è creare ricchezza, accumulare capitale, vivere di rendita o costruire un’attività, allora no:
quei soldi vanno investiti per crescere, non per essere ripagati.
E lo so già cosa stai pensando.
Magari dirai: “Sì, ma una volta che mi ripago l’impianto, è tutto guadagno.”
Capisco il ragionamento.
Ma non stai guadagnando: stai semplicemente smettendo di pagare la bolletta.
È un risparmio, non un flusso di cassa.
Nessuno ti sta versando soldi sul conto: il tuo saldo non cresce, si consuma solo più lentamente.
Oppure potresti dire: “Io però vendo energia in rete. Quella mi viene pagata, quindi è una rendita.”
Vero anche questo, tecnicamente.
Ma parliamo di spiccioli: 240 euro l’anno su un impianto da 15.000 euro.
È un rimborso, non un’entrata strategica.
Una rendita vera è scalabile, liquida e concreta.
Qui stiamo parlando di una restituzione simbolica, non di una fonte di reddito.
E magari stai pensando anche: “Però mi fa risparmiare 1.920 euro l’anno, è come se li guadagnassi.”
Attenzione: non è la stessa cosa.
Non hai soldi che entrano, hai solo soldi che non escono.
E se vuoi costruire libertà finanziaria, non puoi farlo semplicemente non pagando una bolletta.
Devi generare entrate vere.
C’è anche chi dice: “La casa così si rivaluta. È un investimento anche in ottica di vendita.”
Può essere.
Ma attenzione a non sopravvalutare.
Non è detto che l’acquirente dia davvero valore al tuo impianto.
Spesso il ritorno sulla rivalutazione è inferiore alla spesa sostenuta.
A volte aumenta l’attrattiva, ma non il prezzo finale.
E infine: “Meglio un risparmio sicuro che un investimento rischioso.”
Verissimo.
Ma non è una questione di o/o.
Puoi risparmiare e investire.
Il fotovoltaico è una spesa intelligente, ma non ti cambia la vita.
Un investimento fatto bene sì.
Il primo ti protegge.
Il secondo ti fa crescere.
Quindi no, non sto dicendo che il fotovoltaico sia sbagliato.
Anzi, è una scelta che ha senso per tanti.
Riduce i costi, ti rende un po’ più autonomo, migliora l’efficienza della casa e l'impatto ambientale.
Ma chiamiamolo per quello che è: una spesa intelligente, non un investimento.
Perché un investimento vero non si limita a farti risparmiare.
Un investimento ti paga. Cresce. Ti apre possibilità.
Un investimento ti porta un passo più vicino alla libertà, non solo a una bolletta più leggera.
Se il tuo obiettivo è non buttare soldi, il fotovoltaico va bene.
Ma se vuoi davvero cambiare la tua vita, accumulare capitale, generare entrate…
allora no, non basta un tetto pieno di pannelli.
Serve una mentalità diversa.
Serve un piano.
Serve il coraggio di mettere i soldi dove possono moltiplicarsi.
Perché alla fine, chi risparmia si difende.
Ma chi investe, costruisce.
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