Non serve solo correre. Serve sapere dove stai andando e perché. Altrimenti stai solo sprecando tempo e vita.
Essere efficienti è diventato quasi una medaglia da esibire: riuscire a fare tante cose, farle in fretta, farle bene. Ma la vera domanda è: quelle cose ti stanno davvero portando dove vuoi andare? Perché se sei bravissimo a eseguire compiti inutili, sei solo un affaccendato organizzato. Ed è una trappola in cui cadono in tanti. Anche tra i militari.
Capita spesso di vedere colleghi stakanovisti, rapidi, precisi, impeccabili. Ma poi ti chiedi: “Quello che fanno li sta portando davvero verso la loro crescita personale, o stanno solo reagendo a ordini e turni, senza direzione?” Perché è facile cadere nella routine, confondere l’efficienza con l’efficacia. Ma sono due cose molto diverse.
Essere efficienti significa fare le cose nel modo più corretto e veloce possibile.
Essere efficaci, invece, significa fare le cose giuste. Quelle che ti portano risultati. Quelle che ti fanno progredire. Quelle che hanno davvero senso per te.
La verità è che puoi essere super efficiente… ma su compiti irrilevanti. Puoi essere veloce… ma nella direzione sbagliata. E allora tutta quella fatica serve a poco. Perché non ti avvicina ai tuoi obiettivi, ti tiene solo occupato. L’efficacia è ciò che produce risultati. Punto.
E quando parliamo di efficacia personale, parliamo di un’attitudine più profonda. Significa massimizzare le tue risorse — in primis il tuo tempo — e orientarle verso ciò che conta davvero per te. Non quello che “va fatto”. Ma quello che vuoi davvero ottenere nella tua vita.
Le persone efficaci non sono necessariamente le più veloci. Sono quelle che hanno chiarezza. Quelle che non fanno mille cose, ma fanno le cose giuste. Hanno tre caratteristiche semplici, ma fondamentali:
1. Sanno cosa vogliono.
2. Sanno perché lo vogliono.
3. Sanno cosa devono fare per ottenerlo.
Chiarezza di obiettivo. Chiarezza di scopo. Chiarezza di azione.
Tre parole: Obiettivo, Scopo, Azione.
È la formula dell’efficacia personale. E guarda caso... forma l’acronimo OSA. Che suona come osare. E sì, serve coraggio per fermarsi, uscire dal rumore, e iniziare a usare il tempo con intenzione. Perché è molto più facile restare affaccendati che prendere in mano la propria direzione.
Se vuoi ottenere massimo risultato col minimo sforzo, non serve solo correre.
Serve sapere dove stai andando.
E soprattutto,
perché ci vuoi andare davvero.
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